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Don Matteo Lucietto ci ha proposto una riflessione personale sul nostro operare a favore della vita. Ha preso come soggetto “La Visitazione” (Lc 1,39-47)

“Maria dopo aver risposto con il suo “sì” all’angelo, andò in fretta verso la regione montuosa dove c’era la cugina Elisabetta, portatrice di un dono segreto che fu da subito riconosciuto dalla cugina stessa.”
Si riflette che ogni volontaria, che abbia il dono della fede, sa di essere lei stessa gravida di Cristo, quello stesso Gesù che Maria portò nel suo grembo. Quindi ogni incontro, visita che si fa con le mamme, ci porta ad aprirci per condividere la storia e la situazione della persona bisognosa di aiuto.
La volontaria, come Elisabetta, sa che anche la donna che incontra e aiuta è abitata, come lei stessa, dallo Spirito di Dio. E lo Spirito mette in contatto la donna bisognosa con la volontaria. Come Maria è benedetta e riceve la sua identità dalla cugina, così la volontaria sperimenta la benedizione e trova la propria identità proprio nella relazione di aiuto offerta. Con il nostro servizio si riceve la possibilità di purificare il proprio amore, e imparare ad amare gratuitamente, come Cristo insegna.

Per cui la volontaria dovrebbe essere la donna che sa lodare, che sa esultare, che sa gioire delle piccole o grandi cose che vede realizzarsi.
averci portato a ri ettere sul nostro lavoro ci ha dato una grande sicurezza nella “mission” che ogni giorno ci anima per continuare.

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